Virus del papilloma umano (HPV)

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Virus del papilloma umano (HPV)

Il Papillomavirus umano (HPV) è la più comune infezione virale del tratto riproduttivo.

La probabilità di contrarre il Virus e la sua prevalenza è maggiore  nel giovane uomo sessualmente attivo.

La trasmissione avviene principalmente attraverso il contatto diretto pelle con pelle o mucosa durante i rapporti sessuali vaginali, orali o anali.

I fattori di rischio principali per il contagio sono rappresentati da:

  • Età del primo rapporto
  • Promiscuità sessuale associata al numero di rapporti eterogenei
  • Rapporti omosessuali
  • Fumo
  • Deficit immunitari o HIV

Ulteriori fattori di rischio per l’ HPV orofaringeo sono il consumo di alcool, scarsa igiene orale sesso orale o anogenitali.

Sono invece fattori protettivi:

  • Partner stabile
  • Uso del Condom
  • Circoncisione

La trasmissione è influenzata anche dal genotipo con elevata incidenza  del HPV51 e HPV52 ed elevata prevalenza del HPV16 e HPV18 nella popolazione maschile.

Esistono infatti più di 120 genotipi diversi di HPV classificati in sierotipi oncogenici (rispettivamente a basso e alto rischio) e sierotipi Non-oncogenici. Ugualmente alle infezioni genitali femminili metà di tutte le infezione da HPV sono in realtà coinfezioni di 2 o più ceppi contemporaneamente. La sua reale prevalenza nell’uomo sessualmetne attivo è sconosciuta. Studi riportano una prevalenza totale di HPV del 49% nella popolazione maschile. In un ulteriore studio circa il 15 % dei pazienti con problemi di fertilità presentavano il virus dell’HPV nel liquido seminale senza però mostrare una reale influenza sulla qualità del liquido seminale stesso. Bisogna però sottolineare come i dati su questo argomento siano contrastanti e dico l’HPV possa essere associato non solo ad alterazione dei parametri seminali ma anche ad un aumentato rischio di rottura delle membrane in gravidanza. La prevalenza dei ceppi non oncogenici è maggiore nell’uomo rispetto alla donna.

La maggior parte dei pazienti affetti dal papillomavirus non presenta né sintomi né problemi di salute ad esso collegati: nel 90% dei casi il sistema immunitario elimina l’HPV naturalmente entro due anni con un range variabile da 1 mese a 42 mesi circa.

Il quadro clinico delle infezioni persistenti può nettamente variare in base al singolo ceppo presente.

Alcuni tipi di HPV possono provocare neoplasie gravi, la più comune è rappresentata dal Carcinoma della Cervice nella donna. Altre sedi meno comuni sono rappresentate da vulva, vagina, pene, ano e orofaringe.

In altri casi i Papillomavirus possono causare condilomi genitali, sia negli uomini sia nelle donne e più raramente papillomi nella gola (papillomatosi respiratoria ricorrente, RRP).

In particolare i ceppi HPV 6 e HPV 11 sono due delle più frequenti tipologie a basso rischio, responsabili della formazione di verruche e condilomi genitali, mentre HPV 16 HPV 18  HPV 31 e HPV 33 rappresentano i più comuni ceppi ad alto rischio, causando circa il 70% dei Carcinomi della cervice uterina oltre che causa delle altre neoplasie HPV correlate.

Nell’ uomo è stato stimato che circa il 33 % dei carcinomi del pene e oltre il 90% dei carcinomi dell’ano sono da attribuire a genotipi ad alto rischio ed in particolare all’HPV 16 che rappresenta il genotipo ad alto rischio più frequente ma anche quello con minore probabilità di eliminazione da parte dell’ospite.

Circa il 22.4 % dei carcinomi orofaringei è da attribuire all’HPV.

Nell’Uomo non è approvato attualmente nessun test di screening periodico attualmente per il Papillomavirus o per le sue patologie correlate.

La diagnosi è pertanto clinica con l’esame fisico in presenza di condilomi genitali o lesioni sospette peniene o anali coadiuvate dal test all’acido acetico e peniscopia  in caso di lesioni subcliniche. Se la diagnosi è incerta è raccomandanta l’esecuzione della biopsia escissionale.

La presenza di condilomi intrauretrali è abbastanza rara ed è spesso limitata alla fossa navicolare e al meato. In questi pazienti può essere utile l’esecuzione della uretrocistoscopia per scongiurare la presenza di lesioni più profonde, sebbene molto rare.

Il trattamento delle lesioni condilomatose anogenitali va eseguito per prevenire la trasmissione  e per ridurre il discomfort al paziente.

Solo l’approccio chirurgico garantisce una risoluzione della lesione vicina al 100%.

Esistono opzioni terapeutiche con autosomministrazione:

Imiquinod 5% crema garantisce la risoluzione dei condilomi anogenitali nel 50% dei pazienti immunocompetenti con applicazione della crema per 3 volte a settimana per 16 settimane.

La Podifillotossina in soluzione  presenza tassi di guarigione variabili dal 36% all’83 % con applicazione due volte al giorno per 4 giorni da ripetere per almeno 4-5 settimane.

L’epigallocatechina mostra una risoluzione della condilomatosi dal 10% al 15% con applicazione 3 volte al giorno fino a risoluzione

Il trattamento medico-chirurgico consiste nella escissione mediante crioterapia(tasso di guarigione del 79-88% recidiva del 25-39%). asportazione chirurgica (tasso di guarigione del 61-94%) mediante escissione, elettroablazione e laser terapia. Tali trattamenti sono associati ad alti tassi di recidiva in quanto impossibilitati all’identificazione lesioni HPV-correlate invisibili alle tecniche diagnostiche. Nessun approccio si è mostrato superiore all’altro seebene l’escissione chirurgica mostri tassi di recidiva minore rispetto alle altre.

La circoncisione riduce l’incidenza delle malattie sessualmente trasmissibili incluso il Papillomavirus. Per questo motivo è stata suggerita come trattamento preventivo per ridurre l’incidenza di HPV.

Diversi studicon forti livelli di evidenza hanno mostrato che la vaccinazione in profilassi nel giovane maschio privo di infezione risulta estremamente efficace nel prevenire l’infezione , contro le relative complicanze genitali dopo l’esposizione e nell’abbattere la trasmissione dell’HPV stesso.

Per questo motivo va supportata la vaccinazione nei ragazzi prima dell’inizio dell’attività sessuale.

Il vaccino quadrivalente per HPV6/11/16/18 si è mostrato efficace nell’indurre una forte risposta immunitaria e nel prevenire lesioni genitali e condilomi nel maschio.

Nonostante tutto i tassi di vaccinazione nel maschio sono bassi con circa il 10-15% della popolazione interessata. Ciò è dovuto principalmente a scarsa conoscenza dell’argomento sia da parte della popolazione generale sia da parte dei Sanitari i quali dovrebbero educare ed informare i ragazzi e i familiari dell’importanza del vaccino contro l Papillomavirus.

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